Fanfiction di Luce

  1. Orizzonti

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    FF Orizzonti
    By Luce il 14 May 2024
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    ORIZZONTI

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    Quando videro avvicinarsi i due splendidi esemplari purosangue appena acquistati da Rigel, Venusia e Mizar rimasero senza fiato.
    Entrambi stesso fulvo colore, la testa ben modellata, il collo lungo e asciutto, la pelle sottile e morbida, i due magnifici cavalli differivano solo in altezza.
    Il loro mantello era lucido, liscio e vigoroso, la lunga criniera scura sembrava accendersi dei colori simili a certi tramonti estivi.
    Mizar fu il primo ad andare verso di loro, entusiasta come non mai.
    “Voglio cavalcarlo subito! Andiamo a fare un lungo giro per la prateria?” chiese il ragazzo al padre.
    “No, meglio di no. Sono appena arrivati, devono ancora ambientarsi e siccome sono in viaggio da molte ore, devono per forza avere fame e sete” concluse Rigel.
    Entrambi si avviarono verso le stalle per provvedere in tutto e per tutto ai nuovi arrivati.

    Venusia era rimasta in disparte. All’improvviso si era sentita estranea e indifferente a tutto ciò che era intorno a lei. Il suo sguardo si era velato di nostalgia, malinconia, voglia di essere diversa, sapere di più, la mente vagava altrove, vedeva luoghi conosciuti e non, la fantasia la portava lontano, sempre più lontano…

    Era diventata improvvisamente una donna, il mondo le aveva aperto le porte, ma non tutto era come lei se lo aspettava. Com’era difficile essere sé stesse, ma lei non avrebbe mai rinnegato ciò che era, non importava quanta sofferenza avrebbe dovuto sopportare, sarebbe diventata fedele a sè stessa.

    Non sono nato sulla Terra, la mia patria è il pianeta Fleed.


    Ah! E solo ora glielo diceva. Dopo quasi due anni di duro lavoro fianco a fianco, aveva deciso di rivelarsi in quel frangente. In una frazione di secondo aveva rivisto tutti i momenti della sua vita, come succede in punto di morte. E davvero, in quel giorno aveva rischiato di morire per ben due volte, ma lui l’aveva salvata.
    E più tardi, di fronte ad un languido tramonto dolce come l’infanzia, il puledro disperso e poi ritrovato in mezzo a loro, lei aveva capito ogni cosa. Lui non sapeva come dirglielo, perché era sicuro che l’avrebbe persa… e se non le avesse detto la verità, lei lo avrebbe di certo lasciato. Ora toccava lei rassicurarlo che tutto era a posto.
    “Adesso capisco perché ogni tanto scomparivi dalla fattoria. Actarus, tu sei il difensore della Terra.”
    “Sono felice che tu mi comprenda, Venusia, ma il mio nome non è Actarus, è Duke Fleed.”
    “A me piace Actarus è così che ti ho conosciuto e sarai sempre Actarus per me.”
    “Come vuoi tu.”

    Non era riuscita a bearsi in pieno di quella prima vittoria, perchè subito dopo aver dato consistenz...

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  2. Corrispondenza

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    FF Corrispondenza
    By Luce il 14 May 2024
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    CORRISPONDENZA

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    Come ogni mattina, per prima cosa il comandante Hydargos leggeva la posta a lui destinata.
    Ancora abbastanza sobrio in quell’ora, si sedeva alla scrivania, accendeva il computer per entrare nella sua casella di posta elettronica: [email protected], poi digitava la password: lacantinasemprepiena.
    Quel giorno si avvide che la prima email, segnata come importante tra l’altro, era del suo sovrano:
    [email protected]
    Rabbrividì in tutto il corpo avvertendo sentore di seri guai in arrivo.
    Infatti…

    Il guerriero Gorman, guardia imperiale con stemma a forma di stella sul disco, verrà al tuo posto per distruggere Goldrake. Sarà alla base lunare prima di mezzogiorno…

    “Non è possibile!” gridò battendo un pugno sul tavolo.
    “Quella è un’arma imbattibile, io finirò nell’ultima fila dell’esercito, sono rovinato!” gridò tenendosi il capo tra le mani in preda alla disperazione più nera.
    In quel mentre entrò Gandal.
    Ecco, ci mancava pure l’altro guastafeste pensò Hydargos accarezzando l’idea di tracannare una bottiglia di cognac e finirla in frantumi sul quel cranio turchino. Una volta aperto, la sua dolce metà sarebbe uscita sputando ordini e sentenze con voce stridula trapanatimpani.
    “No, no… non resisto più in questo incubo senza fine” mormorò mentre dava fondo ad un calice colmo di liquido ambrato.
    “Tutta colpa di quel dannato Goldrake, maledizione!” gridò spaccando il vetro in preda ad una rabbia feroce.
    “Ben alzato Hydargos” lo apostrofò il Comandante ostentando superiorità, mentre il suo sguardo restava vacuo e privo di intelligenza. Almeno così sembrava a Hydargos, godendo perfidamente dell’ottusità vera o presunta di Gandal.
    Troppo intelligente non è se re Vega ha deciso di inviare un comandante che non fa parte del nostro esercito concluse il pensiero, sentendosi un filo più sollevato.
    “Sono pronti i moduli?” gli chiese il suo superiore.
    “Di cosa parli?”
    “Sta parlando delle dispense con l’elenco in ordine alfabetico dei soldati” sottolineò la cattiveria fatta donna: Lady Gandal, di rosso vestita, uscita dal cranio del coniuge in meno di un battito di ciglio, molto sveglia già di primo mattino e perfida come mai. Nello sguardo, nella voce, nei modi, in tutto il suo essere.
    Hydargos provò l’istinto irrefrenabile di allungare la sua grande mano, afferrarla prima che lei avesse tempo di rientrare. Strangolarla, buttarla giù per il lavandino, vederla sparire nelle fogne.
    Bello, meraviglioso sarebbe pensò, mentre un sorriso inconsapevole gli allargava il viso.
    Odiava quella donna con tutto il suo essere.

    “Dai fogli c...

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  3. Piange il telefono

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    FF Piange il telefono
    By Luce il 10 May 2024
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    PIANGE IL TELEFONO

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    Luogo: Base lunare Skarmoon.
    Rubina ha appena saputo che Duke Fleed è ancora vivo e si reca alla base di corsa, ora si trova nei suoi appartamenti per prepararsi all’incontro con lui. E’ un momento importante e decisivo, ora la sua vita sentimentale può cambiare, l’importante è non sbagliare nessuna mossa.


    Sappiamo della passione che Zuril prova per lei e vuole conquistarla.
    Lei non ne vuole ovviamente sapere.
    Zuril telefona a Gandal, il quale si trova abbastanza vicino a Rubina e a tratti riesce a vederla, mentre lo scienziato è dalla parte opposta della base.

    Le parti in corsivo vanno lette o meglio, cantate, seguendo la melodia della canzone “Piange il telefono.”
    Zuril va identificato nella parte di Domenico Modugno, Gandal nel ruolo, logicamente adattato alla situazione, di Francesca Guadagno.
    Consiglio di sintonizzarsi con la melodia in sordina anche nelle parti non cantate, perché è molto più suggestiva.

    ZURIL: Pronto? Ascolta, Rubina è vicino a te? Devi dire a Rubina c'è qualcuno che…

    GANDAL: Posso provare a chiamarla, ma sta facendo il bagno, non so se può venire.

    Rubina sta uscendo dalla vasca tutta gocciolante, ed è coperta da un piccolo asciugamano pastello; davanti all’armadio spalancato della sua camera, osserva i vari capi d’abbigliamento per decidere cosa sia meglio indossare.

    ZURIL: Dille che son qui, dille che è importante, che aspetterò…

    GANDAL: Ma tu, hai fatto qualche cosa a Rubina? Prima mi ha detto: “Digli che non ci sono.”

    ZURIL: Ma dimmi, è già arrivata qua, è bella la sua casa, su Rubi come va?

    GANDAL: Credo bene, solo che di te non vuole parlare.

    “Vediamo… Allora, è primavera inoltrata, questo abito a fiorellini può andare.”
    Dopo qualche istante, piuttosto arrabbiata: “Ma no! Cosa sto facendo? Se Duke Fleed mi vede con questo vestito da educanda, ricomincerà con la solita tiritera: “Sembri un fiore, sei bella, fai figura, stai bene, bla, bla, bla. Io voglio andare al sodo invece! Ci siamo visti otto anni fa, il tempo dell’asilo è finito da un pezzo per tutti e due mi pare! Una bomba sexi devo essere!”

    ZURIL: Dille che son qui che soffro da sei anni, l’aspetto già.

    GANDAL: Mi parevano qualcuno in meno… Però, il tempo come vola!

    ZURIL: Piange il telefono perché lei non verrà anche se grido ti amo
    lo so che non mi ascolterà.
    Piange il telefono perché non hai pietà, però nessuno mi risponderà.


    “Questo completino nero sadomaso è l’ideale. Minigonna con le borchie, tacco ve...

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  4. La nave delle otto e trenta

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    FF La nave delle 8
    By Luce il 10 May 2024
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    LA NAVE DELLE OTTO E TRENTA

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    Davanti al rosso di un tramonto suggestivo e pieno di colori, il dottor Procton, Actarus e Alcor, traevano le conclusioni dopo l’ennesimo ed estenuante combattimento veghiano.
    Il nuovo mezzo progettato e pilotato da Alcor, il Goldrake2 e da poco collaudato, si era rivelato fondamentale per la vittoria finale; senza questo nuovo veicolo in grado di agganciarsi al robot di Actarus, sarebbe stato impossibile sconfiggere il mostro veghiano e soprattutto sperare di affrontare le nuove battaglie che di certo sarebbero arrivate.
    Il dottore fissava il cielo con uno sguardo pieno di preoccupazione, poi, senza volgere lo sguardo verso i due giovani che gli stavano a lato, disse: “Abbiamo la certezza che d’ora in avanti, i veghiani non ci attaccheranno solo per la conquista della Terra, ma per la loro stessa sopravvivenza, quindi la lotta si farà sempre più aspra.”
    Tacque alcuni istanti, aspirando una lunga boccata di fumo, poi aggiunse: “Dopo il combattimento di pochi mesi addietro avvenuto nel sottosuolo, credo sia indispensabile la progettazione di un altro veicolo che si agganci a Goldrake, capace di arrivare sottoterra in modo facile e senza impedimenti”.

    Actarus non rispose nulla, dentro la sua mente era ben chiara e definita la preoccupazione del suo padre adottivo che poi era anche la sua. Quante volte si erano capiti con un solo sguardo d’intesa: tranne che in circostanza particolari, non erano mai stati necessari lunghi discorsi tra loro due.
    Alcor stava per replicare con tutta l’irruenza che sentiva dentro, ma poi tacque. Era convinto che il nuovo disco da lui stesso progettato, avrebbe per sempre tenuto alla larga i veghiani, ma, a quanto pareva, la situazione era ben più pressante.

    Pianeta Vega


    “Voglio sapere perché per l’ennesima volta, vi siete fatti battere!” gridò re Vega dall’alto del suo trono, dopo aver convocato Gandal e Zuril.
    “Mi avevate giurato che questa volta la vittoria era già nostra! Mi volete dire cosa non ha funzionato, cosa non avete previsto, di quali distrazioni venite sempre rapiti, o coosaaa??!!!”
    “Maestà, dopo aver verificato che Goldrake non sa volare e perde molti secondi prima di diventare offensivo, ero sicurissimo di batterlo, ma quel nuovo veicolo che i terrestri hanno costruito a tempo di record, ha annullato le mie ricerche certosine” rispose prontamente Zuril al sovrano.
    “Come potevamo immaginare questo inconveniente?”
    Il re tacque per lunghi istanti, rimanendo pensieroso.
    “Vorrà dire che da oggi il vostro impegno sarà doppio: studierete mezzi imbattibili da lanciare contro i terrestri, e allo stesso ...

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  5. Zucchero salato

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    FF Zucchero salato"
    By Luce il 10 May 2024
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    ZUCCHERO SALATO

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    La principessa Rubina si avvicinava sempre di più alle soglie della preadolescenza, e suo padre, Re Vega, non aveva ancora deciso un regalo degno di lei per festeggiare il suo imminente undicesimo compleanno.
    “Di che cosa ha bisogno? Vestiti? No, assolutamente, la sarta le ha appena rinnovato il guardaroba. Libri? Nemmeno. Computer? Lo snobba in toto. Giocattoli? Bah! Se qualcuno gliene regala ancora, dovrò aprire un negozio per la rivendita.”

    Così ragionava tra sé il sovrano piuttosto preoccupato: il suo malcontento era dovuto ad un insieme di fattori. Sua figlia era sì, ancora una bambina, ma tra pochi anni sarebbe diventata una ragazza, e fin qui, nulla di male, intendiamoci. Il vero problema che nella testa del re prendeva sempre più forma concreta, era questo: Rubina, oltre ad essere la sua unica erede, ancora non dava il minimo segno di desideri espansionistici, dittatori, predatori, insomma, a dirla schietta, non sembrava sua figlia, ecco!

    “Devo far qualcosa prima che sia troppo tardi”, pensò, quindi premette il tasto per le chiamate urgenti.
    Pochi minuti dopo, il ministro Zuril, faceva la sua comparsa nello studio del re.
    “Ai suoi ordini sire”, disse lo scienziato dopo un breve inchino. Il suo sguardo intelligente e perspicace, indusse Vega ad andare subito al sodo senza tanti giri di parole.

    “Zuril… ho bisogno del vostro aiuto. Tra pochi giorni sarà il compleanno di Rubina, ha quasi undici anni, mi sembra ieri quando tentava i primi passi, è incredibile come il tempo voli, ma non voglio divagare, non è questo il punto: il vero problema è un altro.”
    Si schiarì la voce per prendere tempo e darsi un contegno.
    “Ecco… vedete… mia figlia è troppo zuccherosa, leziosa, ama le cose belle e delicate, legge solo storie carine e non tollera quelle che finiscono male. Sapete, una volta ebbi l’idea di regalarle la favola del lupo e dei sette capretti con un finale diverso dall’originale: sì, ecco, il lupo se li mangiava tutti a piccoli morsi, alcuni crudi e ancora vivi che strillavano, oppure infilzati in uno spiedino e cotti a fuoco lento, altri appena saltati in padella, al sangue insomma. In questo modo li aveva digeriti tutti, quindi non gli si poteva più aprire la pancia per farli uscire sani e salvi come la vera fiaba vuole.”

    Con gli occhi bassi continuò: “Purtroppo me ne sono pentito amaramente, perché per molti giorni Rubina non ha fatto altro che piangere e avere incubi notturni, non voleva più uscire né stare sola e per calmarla mi sono dovuto inventare una scusa, mi pare di averle detto che avevano sbagliato nel copiare la storia, che quella vera aveva un bellis...

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  6. Alta società

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    FF Alta società
    By Luce il 7 May 2024
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    ALTA SOCIETA’

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    A partire da questo dialogo, preso dal doppiaggio del film “Goldrake addio”, decisamente stravolto rispetto all’episodio originale (Rivoluzione nello spazio), ho avuto l’idea di scrivere una storia ancora più assurda, ancora più fuori dalla realtà dell’anime: qui davvero ci ho messo molta fantasia.

    Scena e dialoghi della barchetta sul lago.

    Rubina: “Sai, Actarus, stavo pensando a quante stelle ci possono essere nell’universo intero.”
    Actarus: “Tante, ma nessuna è bella come i tuoi occhi.”
    Rubina: “Ho passato con te i più bei giorni della mia vita.”
    Actarus: “Che peccato che domani dobbiamo partire.”
    Rubina: “Noi dobbiamo rivederci! Ci troveremo qui il prossimo anno.”
    Actarus: “Sì Rubina, te lo prometto, non posso vivere senza di te.”
    Rubina: “Oh Actarus, adesso dimmi che mi vuoi bene.”
    Actarus: “Sì, sì.”

    Questo dialogo avvenne alla fine di una vacanza della durata di tre settimane, quindi prima ci furono svariati eventi, incontri, colpi di scena.

    Il pianeta Bez era una stella non troppo grande, pacifica, poco abitata, circondata dal mare, vaste spiagge, l’entroterra con laghi, fiumi, ruscelli, una vegetazione lussureggiante, clima costante, niente inquinamento.
    Questa piccola stella, nella parte esterna verso sud, vantava un grande edificio tutto bianco e verde a ridosso di una vasta spiaggia, dove la sabbia era quasi impalpabile, luogo ideale per ospitare giovani benestanti, che per la prima volta avevano il permesso di andare in vacanza da soli: prima tappa verso l’indipendenza, finalmente lontani da genitori apprensivi e sempre pronti a vietare tutto.
    La struttura comprendeva personale preparato e responsabile, in grado di sorvegliare adeguatamente i teenagers, intrattenerli, coinvolgerli in attività di gruppo, farli divertire e tanto altro.

    In un luminoso mattino di inizio luglio, atterrarono su Bez un ragazzo e una ragazza, che, a giudicare dal loro aspetto, sembravano aver appena varcato la soglia della pre-adolescenza; appena le rispettive astronavi, guidate dai loro precettori, toccarono il suolo, si congedarono velocemente dagli stessi con un saluto rapidissimo, senza la minima ombra di rimpianto o nostalgia e con un sorriso che arrivava alle orecchie. Corsero alla reception, dove subito ebbero la conferma della loro prenotazione, chiave della camera, un libretto con la piantina del luogo, gli orari dei pasti, degli svaghi, numeri di telefono per ogni necessità, la raccomandazione di divertirsi e usare il loro tempo al meglio, di fare tutto il possibile perché questo soggiorno fosse per ognuno di loro indimenticabile.
    Un ascensore imbottito come scrigno li accols...

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    Last Post by Luce il 7 May 2024
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  7. Estate tra le stelle

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    FF Estate tra le stelle
    By Luce il 7 May 2024
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    ESTATE TRA LE STELLE

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    Re Vega e Rubina

    Il sole mattutino di giugno splendeva sulla spiaggia lambita dal mare liscio e calmo appartenente al pianeta Vega.
    Quel giorno il sovrano aveva deciso di accompagnare lui stesso la figlioletta di appena cinque anni a divertirsi con la sabbia, nuotare, cercare granchi.
    Aveva dato un giorno di libertà alla balia e intanto pensava al modo di indirizzare la mente della figlia verso fantasie di conquista più che ambiziose; per questo genere di cose non era mai troppo presto, anzi, meglio subito che poi, perché, se si prendono brutti vizi, quali il desiderio di pace e tranquillità, col tempo tendono a degenerare in deviazioni della personalità molto gravi alquanto subdole, e questo andava evitato come la peste.
    Ad esempio, quel costume intero a pois rossi tutto frappe e fronzoli così esagerati, che la bambina sfoggiava con orgoglio, era già un grave errore: il classico capo di abbigliamento che indossano le persone tranquille, sottomesse, quelle che nell’infanzia giocano con le bambole, con la cucina fatta su misura per loro, poi, già dalla preadolescenza, mostrano un sospetto di esagerato romanticismo ai limiti della tossicità diabetica, illanguidito dallo sguardo dolce più del miele, con pericolosissima propensione alla vita matrimoniale, sintomatico della più grave malattia incurabile che inevitabilmente sfocia in: fidanzamento precoce con ragazzi a modo, posati, tranquilli, seguito da un matrimonio organizzato a tempo di record prima di raggiungere la maggiore età. In meno di un anno si profila già la prima nascita di un erede, in cantiere un discreto numero di pargoli ad allietare la loro vita piena di fiori, boccioli di rosa, cose belle e gentili, buoni propositi, educazione, addirittura, udite udite: aiuto ai bisognosi!
    Nooo, impossibile! Mai e poi mai, peggio della peste!
    Ma questo sarebbe ancora nulla: in questi soggetti è totalmente assente qualsiasi se pur remoto accenno di aggressività, ambizione, sete di potere, dominio, mai la più innocua bugia, che scandalo sarebbe per loro rubare, ad esempio, quel bellissimo asciugamano di spugna dell’albergo che li aveva ospitati per una sola notte!
    Mai una lite tra le mura domestiche! Perché bisogna litigare? Chi l’ha stabilito? Si parla, si conversa, quando non si è d’accordo su qualcosa ci si viene incontro.
    Questa volta faccio contento te, domani tu farai contenta me, semplice no?
    “Terribile, è un incubo, devo fare subito qualcosa, spero solo di essere ancora in tempo” pensava e rimuginava continuamente tra sé re Vega, mentre con sguardo scrutatore non si perdeva nemmeno un movimento della figli...

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    Last Post by Luce il 7 May 2024
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  8. Competizioni belliche

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    FF Competizioni belliche
    By Luce il 5 May 2024
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    COMPETIZIONI BELLICHE

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    I sudditi di re Vega, da tempo immemore, impiegavano ogni energia, studio, ricerca, per soddisfare ogni esigenza del loro sovrano. Da quando si erano formate Le Forze Alleate di Vega, numerosi pianeti, stelle e galassie erano finiti sotto il loro dominio: c’erano stati attacchi vandalici, stermini degli abitanti, sottratte le preziose materie prime del sottosuolo, carpite le nozioni della tecnologia che in alcuni pianeti era più avanzata di quella veghiana.
    Hydargos, Gandal e Zuril avevano dato il meglio o, sarebbe il caso di dirlo, il peggio di loro stessi nell’eseguire le rappresaglie.
    Nel tempo, alcuni validi collaboratori esterni scelti da re Vega avevano fatto la loro comparsa alla base lunare Skarmoon: non erano stati ben visti dai comandanti di ruolo, perché capivano che il loro posto sarebbe stato sostituito dai nuovi o, nella migliore delle ipotesi, ridotti alla stregua dei soldati, cioè, senza più voce in capitolo. Con in testa il motto che: “In amore e in guerra tutto è permesso”, li avevano eliminati senza pietà, quindi nessuno aveva usurpato il loro posto.
    La conquista della Terra si stava rivelando un’impresa più ardua di quanto avessero mai pensato. Quel maledetto Goldrake aveva messo lì le sue radici e la difendeva ad ogni costo, con le unghie e coi denti, con l’aggravante che alla fine di ogni battaglia usciva vittorioso.

    “Io voglio capire una cosa e, se qualcuno sarà in grado di spiegarmela, prometto di regalargli tutto ciò che desidera. Quando abbiamo attaccato Fleed, purtroppo Duke è riuscito a fuggire col suo robot, e questo per noi è stato un danno gravissimo e non preventivato, accidenti! Era in prigione quel maledetto ed è riuscito a fuggire!” ragionava tra sé Gandal seduto alla sua scrivania e, ad un tratto, battè il pugno sul tavolo con tutta la forza scaturita dalla rabbia repressa, poi proseguì coi suoi ragionamenti: “Non capisco il dannatissimo motivo del perché non se ne è andato in giro per lo spazio per i fatti suoi a divertirsi, vagare da un pianeta all’altro e così via. No! E’ arrivato sulla Terra? Sì, eccome! Ha parcheggiato alla base del Centro Ricerche e nemmeno la minaccia di un milione di bombe al vegatron sono capaci di schiodarlo da quel luogo che deve assolutamente essere solo nostro! Perché si ostina a difendere quel pianeta? Cosa gliene viene in tasca? Possibile che non gli passi mai per l’anticamera del cervello di fare le valigie senza salutare nessuno e volare qua e là per l’Universo senza pensieri di sorta, cioè viaggiare, divertirsi e magari incontrare tante belle ragazze aliene?”
    Quest’ultimo pensiero sulle donne gli fece br...

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  9. Buone maniere

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    FF Buone maniere
    By Luce il 4 May 2024
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    BUONE MANIERE

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    Nella grande cucina del ranch Betulla Bianca, Venusia stava finendo di rigovernare dopo un pranzo non molto tranquillo e soprattutto per lei, tutt’altro che piacevole.
    Mentre finiva di asciugare gli ultimi piatti e bicchieri, il suo sguardo, tra l’apatico, l’assente e il malinconico, abbracciò tutta la stanza e, dopo un rapido inventario, si accorse che era ancora ben lontana dal finire di rassettare per dare almeno un’impronta di decenza a tutto l’ambiente.
    Il tavolo era coperto dalla tovaglia tutta sporca e stropicciata con sopra avanzi di cibo, il pavimento denunciava la presenza di grosse e sporche impronte di scarpe maschili; pozzanghere qua e là di acqua e altre bevande, completavano questo quadro desolante.
    Era rimasta sola in casa, gli ospiti se ne erano andati via tutti, non che fossero molti a dire il vero, solo due, ma c’era da chiedersi come avrebbero ridotto la casa se fossero stati cinque o sei.
    Svolgeva il suo lavoro lentamente, non tanto per una stanchezza fisica, quanto morale, perché quei suoi due ospiti avevano davvero passato ogni limite. Si passò una mano sugli occhi quasi a voler scacciare via i pensieri, per un istante si velarono di lacrime, poi dalla finestra, vide suo padre arrivare di corsa a cavallo.
    “Sono tornato, Venusia!” gridò Rigel, scendendo dall’animale in corsa prendendo bene la mira stavolta, quindi senza cadere e si precipitò in casa tutto allegro e contento.
    “Eccomi qua, sono tornato prima del previsto e credo di avere fatto un ottimo affare. Ho appena acquistato una partita di puledri purosangue ad un prezzo favoloso, ho anche trovato un nuovo cliente che vuole il nostro latte, poi ho visto il nostro vicino, ho incontrato…”
    Continuò a parlare per alcuni minuti, alla fine si decise a guardare in faccia la figlia, perché ancora non gli aveva rivolto la parola e, solo in quell’istante, l’espressione del suo viso lo colpì e addolorò senza spiegarsene il motivo.
    “Venusia! Che hai? Ti è successo qualcosa di spiacevole, parla ti prego!”
    La ragazza, lasciati a loro stessi piatti e bicchieri, si abbandonò sullo sgabello come priva di forze e, tenendo lo sguardo fisso a terra, si decise a parlare.
    “Oggi, qui a pranzo, sono venuti Alcor e Banta, ricordi che già erano stati invitati?”
    “Sicuro, io stesso avevo detto loro di fermarsi, anche perché la tua cucina è davvero insuperabile!”
    Quelle parole parevano aver rotto gli argini, perché improvvisamente Venusia scoppiò in un pianto dirotto.
    Rigel era senza parole: cosa poteva essere successo durante quelle ore? Il ranch era tutto in ordine, gli animali tranquilli, Mizar l’aveva appena visto...

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  10. Autostima

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    FF Autostima
    By Luce il 4 May 2024
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    AUTOSTIMA

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    A volte, anche nelle persone più sicure di sé, anzi, forse proprio in quelle, può succedere che un bel mattino si sveglino come tutti gli altri giorni, ma all’improvviso vengano presi da un senso di disagio misto a stupore, una lieve apatia, un vago senso di inutilità, senso di colpa, paura di non piacere agli altri, timore del giudizio altrui… in poche parole: autostima sottoterra.
    Quando arriva all’improvviso non è facile rendersene conto, quindi si va avanti come prima, compiendo le solite attività; finchè… un muro di cemento armato ti si para davanti a tradimento impedendoti di proseguire. In questo caso, è sempre opportuno prendere adeguati provvedimenti.

    Un mattino dove il cielo azzurro era qua e là striato di lievi e soffici nuvole bianche, al ranch Makiba, Rigel brillava per la sua assenza, esattamente dalla sua torre di controllo avvista-ufo.
    Venusia, dopo aver risposto il fieno aveva meccanicamente alzato lo sguardo verso l’alto e si era accorta che non c’era nessuno e soprattutto non si sentiva nessuno.
    Alquanto perplessa, posò il secchio a terra e andò a cercarlo nella stalla, anche se quello non era l’orario in cui suo padre si occupava degli animali.
    Infatti, non c’era.
    Continuò il suo giro attorno alla fattoria. Niente.
    Era sola, perché tutti gli altri si trovavano al Centro Ricerche e Mizar era a scuola. Il suo sgomento si stava quasi tramutando in paura, quando da lontano vide una gran nuvola di polvere, poi avvicinarsi un purosangue guidato proprio da suo padre.
    Sospirò per un attimo di sollievo e gli andò incontro correndo per chiedergli dov’era stato tutto quel tempo senza avvisarla.
    Nell’osservarlo da vicino però, non riuscì ad articolare una sola parola.
    “Sono tornato Venusia! Pensaci tu al cavallo, io devo subito mettermi in contatto coi miei amici extraterrestri, mi staranno aspettando, sono in ritardo!”
    Rigel indossava una tuta spaziale mai vista prima, un modello di certo molto costoso e adatto più per un astronauta che non ad un ranchero fissato con gli ufo. Sul davanti portava una nuova targa del Comitato Amici dello Spazio bella grande e in vista, in mano una radio ultimo modello per captare le onde spaziali… sembrava quasi si fosse anche colorato di verde… o no?
    Era tutto baldanzoso e pieno di sé, camminava un metro da terra da tanto si sentiva superiore a tutti.
    Veloce come un felino salì sulla torre e iniziò a “colloquiare” con i suoi amici alieni.

    Venusia era senza parole. Non che fosse una novità la mania di suo padre, quella la sape...

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    Last Post by Luce il 4 May 2024
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